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Come e perché gestire il focus mentale

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Sapere come focalizzare l’attenzione significa avere a disposizione uno strumento fondamentale per qualsiasi tipo di obiettivo tu possa prefissarti.
Se non sai farlo, non usi che una parte minima delle tue risorse.

Il nostro cervello non elabora tutta la realtà: prima di farlo, la filtra. E’ costretto a comportarsi così perché la quantità di informazioni che deve gestire è sconfinata, mentre l’attenzione e la memoria hanno dei limiti.

Che cosa deve fare – quindi – per riuscire a gestire tutto quanto?
Deve necessariamente prendere ciò che osservi, ascolti, ricordi, pensi e credi e… cancellarne una parte molto significativa.

Così facendo, rimane solo più una piccola quantità di informazione da elaborare e far arrivare alla mente cosciente, la quale a questo punto è perfettamente in grado di valutare, capire e decidere perché ha risorse finalmente sufficienti per farlo.

Questo meccanismo (che si chiama appunto cancellazione) è sempre attivo ed è alla base della maggior parte dei bias cognitivi dell’essere umano. Vediamo insieme un esempio concreto.

Quando dormi, non sei sordo.
Fisicamente, le tue orecchie continuano a funzionare come sempre, proprio come quando sei sveglio. Tuttavia, non tutti i rumori che captano di notte ti svegliano. E non è questione di intensità: è questione di ciò che il tuo cervello ritiene rilevante per te oppure no.

Se c’è un rumore che rappresenta una novità, un pericolo, un evento inaspettato o l’allarme che suona sul comodino, il cervello giustamente ti avverte e ti riporta nello stato di veglia.

Mentre ti lascia dormire se invece si è acceso il frigorifero, il tuo partner è andato in bagno oppure la gatta fa le fusa sul letto. Non ti sveglia il rumore della caldaia che si avvia, le auto che passano in strada e tutti gli altri suoni che sono abitudinari e conosciuti.

Questo è possibile proprio perché il cervello filtra gli stimoli sensoriali provenienti dalla realtà esterna, e lo fa come piace a lui e senza la tua approvazione cosciente. Perché quei rumori ci sono, le tue orecchie li hanno sentiti, ma il tuo cervello li ha cancellati per te ritenendo autonomamente che non ti interessassero.

Che cosa c’entra tutto questo con il coaching?

Quando sei sveglio, ovviamente, accade la stessa cosa. La mente è costantemente impegnata a filtrare, distorcere e cancellare. Ma noi dobbiamo dirgli prima che cosa vogliamo che venga cancellato e che cosa no.

La maggior parte delle persone filtra a caso la propria esperienza. O ancora peggio, lo fa indotta da ciò che gli altri gli dicono. Quali “altri”? I media ad esempio, oppure le persone che frequenta pù spesso e infine ciò che si ripete nella testa. Se tu assisti continuamente a scene di paura, panico, dolore, morte, situazioni spiacevoli, sconfitte, disastri… cosa stai dicendo al tuo cervello?

Esattamente questo: “Ehi amico, queste cose per me sono rilevanti. Per favore, da qui in poi mostramene altre. Portamele alla mia attenzione. E se c’è qualcosa di diverso nel mondo, magari qualcosa di bello, che funziona bene, che fa stare bene, che è amorevole, che è piacevole… ti autorizzo a cancellarlo anche senza avvertirmi, perché a me interessa solo il resto.

Pazzesco, eppure è così.
Ed è ciò che succede quando lasci a qualcun altro la responsabilità del tuo focus mentale.

E’ come se tu avessi messo la tua famiglia sul sedile posteriore di un’auto, poi fossi sceso e avessi consegnato le chiavi della macchina al primo che passa per strada dicendogli “portali pure dove ti pare e guida come ti pare”.

I tuoi figli, il tuo partner, i tuoi cari, le persone più importanti della tua vita… nella mani di uno sconosciuto di cui non puoi sapere nulla.

Se accadesse, ti sentiresti a tuo agio?
Naturalmente no.

E allora… perché non prendi il controllo del tuo focus mentale? Che cosa aspetti?

Il focus mentale è importante.
Da lì discendono gli stati d’animo, da questi le tue scelte e decisioni e da qui ancora le azioni che compi.
Siccome i risultati che hai derivano proprio da quelle azioni, allora la catena si completa.

Sapere come controllare il focus mentale significa avere controllo dei risultati che ottieni.

Se hai lasciato il tuo focus in balia degli eventi finora allora non c’è da stupirsi se le cose non sono andate come sperato. E la cosa interessante è che continuerà a essere così anche in futuro.

Ci sono innumerevoli modi per prendere il controllo del tuo punto di attenzione.
Neppure io li conosco tutti, però posso dirti che quelli che conosco… li conosco molto bene.
Ci lavoro da più di 15 anni e so perfettamente che cosa fare e come.

La strategia più veloce ed efficace consiste dal partire dalle domande giuste, perché le domande sono potenti e naturalmente adatte a guidare il focus di un individuo.
Sono in grado di portare la direzione dei tuoi pensieri e le tue energie mentali da una parte piuttosto che da un’altra.

Ti lascio a questo riguardo qualche spunto e ti invito a ragionarci a tua volta e completare la tua personale lista di domande utili.

Ecco le mie, le stesse che uso su me stesso o quando lavoro nelle sessioni di coaching individuale:

  • Che cosa c’è di buono in ciò che mi coinvolge in questo momento?
  • Come posso usare al meglio il tempo che ho disponibile?
  • In che modo posso riuscire a stare vicino alle persone che mi seguono nel mio lavoro e continuare a essere una risorsa utile per loro?
  • Chi e che cosa sarà certamente ancora accanto a me tra un anno? E tra dieci?
  • Chi amo di più nella mia vita? Chi sono le persone più importanti per me?
  • Che cosa controllo di questa specifica situazione?

Voglio invitarti a farlo a tua volta.
Poniti queste domande, rispondi sinceramente e nota come inizi a sentirti facendolo. Capirai in fretta il grande potere che hanno e dirigerai volutamente il tuo focus mentale nel modo che serve e che piace a te, e non a casaccio.

Ricordati che non avremo mai tutte le risposte.
Ecco perché dobbiamo farci le giuste domande.