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Il Coaching e la condizioni perfette

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Piede porcoL’origine delle riflessioni che pubblico su queste pagine risiede spesso negli spunti che ricavo dagli atleti con cui lavoro, durante le nostre sessioni di coaching. Capita altre volte che l’idea nasca mentre sono solo, facendo sport o camminando per strada, frutto di un’osservazione che diventa intuizione.
Questo caso non fa eccezione: sono appena tornato da una piacevole corsa sotto il sole tiepido di Torino e ancora prima di cambiarmi sto scrivendo queste parole.

La considerazione da cui parto è questa: esistono le condizioni perfette nella vita?
Mi riferisco a quei momenti in cui dobbiamo prendere una decisione e la rimandiamo in attesa che gli eventi si presentino più favorevoli, dove ciò che sappiamo di dover fare dovrebbe essere più agevole. Sono certo che ti riconoscerai in almeno uno di questi ragionamenti:

  • Quando smetterà di piovere ricomincerò ad allenarmi
  • Non appena avrò meno pressioni al lavoro mi dedicherò di più al mio partner
  • Quando finirà l’inverno uscirò di più
  • Appena si calmeranno le acque in ufficio proporrò quell’idea che ho in testa da un po’
  • Finite le vacanze, giuro che mi metto a dieta

Mi fermo qui, anche se mentre le scrivo mi viene in mente che ci sono centinaia di esempi. Centinaia di motivi per cui rimandiamo ciò che vorremmo cominciare (e a volte dovremmo proprio), in attesa delle condizioni perfette per muoverci.

Ecco quindi la mia domanda: esistono davvero condizioni perfette?
Oppure sono solo una comoda scusa, un facile appoggio che usiamo per archiviare non sempre temporaneamente i nostri progetti?

Perfect Contitions

Tempo fa avevo pubblicato sulla mia pagina Facebook questa foto. Come vedi, rappresenta una donna ripresa di spalle, che corre in mezzo alla neve su una strada non asfaltata. La didascalia mi aveva colpito subito: if you wait for perfect conditions, you’ll never get anything done. In italiano, suona così: se aspetti che le condizioni siano ideali, non concluderai mai nulla.

E’ vero! C’è sempre un motivo per rinunciare, per rimandare, per tergiversare, per procrastinare. Se lo cerchi, lo trovi. Questo perché là fuori, all’esterno di te, le perfect conditions – semplicemente – non esistono.
E questa è anche la ragione perché nei miei percorsi in cui insegno l’allenamento mentale, per obiettivi personali oppure sportivi, aiuto le persone non certo ad aspettare quelle condizioni, ma a crearle. E non fuori di sé, laddove sarebbe impossibile, ma dentro.

Nella propria testa.
Tra i propri pensieri.
Nell’immaginazione, nell’anticipazione del futuro.

L’allenamento mentale consiste nel diventare abili a creare condizioni perfette per esprimere i propri talenti, qualunque essi siano. E una volta che ne diventi capace, acquisisci una libertà di espressione che ti rende una persona più efficace, più soddisfatta, più felice e, in ultima analisi, più entusiasta della vita e pronta a vincere le sfide in cui si cimenta.

Il messaggio che voglio lasciarti con queste parole, qualunque sia il tuo obiettivo oggi, è che invece di aspettare che tutto sia in ordine e pronto perché tu possa agire, puoi sempre scegliere di fare con ciò che hai. Usa le risorse che possiedi al meglio e cancella dalla tua testa tutti i pensieri che hanno a che fare con ciò che non puoi fare con quanto non hai.

Fai con ciò che hai: sono quelle le tue condizioni perfette, non hai bisogno di niente altro dal momento che decidi che è così.

Se restassi chiuso in un ascensore per ore e avessi a disposizione un cacciavite, troveresti il modo di usarlo? O passeresti il tempo a lamentarti perché non hai con te un piede di porco? Certo che sarebbe meglio averlo, ma se così non fosse, allora aspettare che piova dal cielo sarebbe certamente inutile. Prenderesti invece il controllo. Useresti il cacciavite, magari in modo creativo, e ne verresti fuori. Sono pronto a scommetterci.
Quindi, perché non fare lo stesso con tutti i tuoi obiettivi. Prenderne il controllo. Fare con ciò che hai. Se aspetti oggi, avrai certamente motivi di farlo anche domani e così facendo rischi di rimandare per sempre.

Il campione, nella vita e nello sport, crea nella testa le condizioni migliori per esprimersi e poi le sfrutta al meglio per far accadere ciò che desidera. Non aspetta che siano altri a farlo per lui, semplicemente perché non ha senso aspettare.

Ti auguro di riuscire a fare lo stesso e spero di essere riuscito io, intanto, a far accendere dentro di te la curiosità verso il mondo del coaching, dove spesso le persone trovano l’opportunità di scoprire davvero quanto lontano possono arrivare. Chi fa un passo oggi, ne ha già uno in più alle spalle rispetto a chi comincia domani.

A presto.

PS: vuoi sapere nello specifico com’è nata l’idea di questo post? Come scrivevo all’inizio, stavo correndo godendomi l’aria fresca e la luce invernale… ero in un parco lungo un torrente. Ho visto una signora portare un po’ di cibo a un gatto randagio che, colmo di gratitudine, le si strusciava sulle gambe con sguardo adorante. Poco più in là, ho notato che qualcuno gli aveva costruito un rifugio di fortuna per l’inverno, usando scatole di cartone e qualche ramo secco. Ho pensato che, forse, quella signora non poteva permettersi di portare il gatto a casa, ma lei non aveva permesso a quel fatto di impedirle di essergli di aiuto. Non c’erano le condizioni ideali, eppure lei aveva avuto successo lo stesso, a giudicare dal comportamento adorante del suo piccolo amico. Aveva, appunto,  fatto con ciò che aveva.





 

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