Lavorando come mental coach negli ultimi anni ho trascorso molto tempo con atleti professionisti di diverse discipline.
Sapendo che il modellamento dell’eccellenza – cioè lo studio e le applicazione delle loro strategie che già forniscono ottimi risultati – è un’opportunità straordinaria anche per me, oltre a trasmettere loro tecniche di allenamento mentale che contentano di prepararsi al meglio alla competizione, allenarsi con motivazioni sempre alte e lavorare su obiettivi ambiziosi, ne ho approfittato per studiare determinati comportamenti che assumono, soprattutto quelli ripetuti sistematicamente. Sono quest’ultimi, infatti, quelli che permettono loro di generare un certo tipo di risultati positivi.
Le abitudini sono le radici dei nostri risultati, soprattutto quando vogliamo che essi siano ripetuti nel tempo e non estemporanei e casuali. Se hai abitudini che funzionano, i tuoi risultati saranno vincenti.
Ciò che tutti gli atleti di alto livello che ho conosciuto fanno abitualmente è curare in modo maniacale l’alimentazione. D’altra parte, il cibo di cui si nutrono è la benzina nei loro muscoli, ed è tramite quei muscoli che viene espresso il talento che hanno. Quindi… largo a riso e pasta in bianco, pasta leggera, bresaola, carni bianche cotte in modo molto semplice, legumi, frutta e verdura, tanta acqua. Niente alcolici, pochissimi latticini, poca carne rossa, niente cibi industriali. Di certo non ho ancora conosciuto atleti che abitualmente pranzassero con lasagne e patatine fritte e non credo che ce ne saranno mai, almeno non a lungo e ad alti livelli.
Apprezzo molto questo atteggiamento, soprattutto perché si parla di ragazzi e ragazze che poi, nel resto del tempo, fisicamente fanno vera fatica, corrono, pedalano, si allenano, sudano… e avrebbero tutti i diritti di riempirsi la pancia dopo, ma… non lo fanno.
Sanno che quel tipo di alimentazione fa la differenza e per niente al mondo rinuncerebbero a un elemento di vantaggio di tale portata. Inoltre, se non si comportassero così, diventerebbero nel giro di qualche settimana non competitivi dicendo addio a qualsiasi sogno di gloria.
Mentre osservavo e ci pensavo è nata una riflessione.
Perché così tanta cura nei confronti del cibo per il corpo e, molto spesso, l’approssimazione nel cibo per la mente?
Le emozioni, i pensieri, le immagini mentali che gli atleti creano nella propria testa sono a tutti gli effetti il carburante tramite il quale si esprimono in allenamento e soprattutto in gara.
D’altra parte, tutti sanno che l’insicurezza, l’ansia, la paura, la mancanza di fiducia, l’eccesso di stress sono condizioni mentali non certo ottimali per realizzare una prestazione eccellente. Eppure, ancora pochi atleti allenano la mente con metodo, in modo costante e strutturato, cosa che invece dovrebbero fare per tutto l’arco della propria carriera. Che cosa porta un atleta professionista a essere così preciso e regolare quando nutre il suo corpo e nello stesso tempo così approssimativo quando nutre la propria mente?
Ritengo che ci sia una lacuna dal punto di vista culturale, estesa anche al di fuori dell’ambito dello sport, che genera situazioni dove la preparazione mentale è fondamentalmente lasciata all’educazione dei genitori, dei primi allenatori e degli insegnanti scolastici. Questi, però, non avendo sempre tutti gli strumenti adatti a formare la personalità vincente di un atleta, finiscono il più delle volte – pur nell’intendo di fare del proprio meglio e il bene dei ragazzi – a lasciare le cose come sono, quando va bene, e a fare danni quando va male.
Molto spesso è capitato in passato che cominciassi a lavorare su un giovane atleta e finissi a fare coaching ai genitori e agli allenatori. In quali settori? Generalmente nell’ambito della comunicazione, che in alcuni casi ha aspetti davvero grotteschi tanto è approssimativa e dannosa, mentre a volte anche l’ambiente in cui l’atleta si allena e quello in cui vive ha molti aspetti da perfezionare.
Invece, chi cura la preparazione mentale come cura l’alimentazione, è un fatto evidente e assodato, migliora. A mano a mano che diventi più bravo a utilizzare nel modo più efficace il tuo cervello quando competi, i tuoi risultati crescono e i tuoi obiettivi si avvicinano fino a che non li realizzi.
Il punto fondamentale è comprendere che – come per l’alimentazione occorre precisione, costanza e un programma dettagliato – lo stesso vale per la mente: ogni volta che lasci spazio a pensieri che generano dubbi, paure, ansie, stati d’animo non adatti a competere al top, è come se stessi mangiando cibo scadente, grasso, pesante, che avrà un effetto sul tuo fisico nei giorni a venire, peggiorandolo.
E’ questo il motivo per cui preparo e trasmetto agli atleti programmi di allenamento mentale che prevedono routine sistematiche ed efficaci, abitudini di pensiero positive e soprattutto un atteggiamento di grande forza mentale che permette loro di dare da mangiare alla propria mente solo ciò che fa bene e la fa crescere in modo sano e forte.
A questo tema molto importante ho dedicato anche un episodio di Coaching Podcast: lo puoi ascoltare su Apple iTunes da questo link oppure su Spotify da qui.
Sono specializzato in coaching e lo rendo facile: aiuto le persone a raggiungere e migliorare i risultati sportivi, lavorativi e personali. Curo e gestisco da oltre 15 anni diversi siti web dedicati al coaching e sono autore per Sperling & Kupfer.
Ho all’attivo più di 350 collaborazioni con sportivi, professionisti, aziende.
Sono specializzato in tecniche di allenamento mentale e appassionato di comunicazione efficace.