Puoi volerlo oppure no, può piacerti o meno, puoi sperare che accada oppure augurarti di starne alla larga… ma tutti noi, in certi momenti della nostra vita, dobbiamo necessarialmente valutare i nostri risultati.
Tutti viviamo situazioni in cui ci fermiamo a pensare al passato e prendiamo consapevolezza di ciò che abbiamo fatto, di quanto siamo stati capaci di realizzare oppure di quanto ancora siamo lontani da ciò per cui abbiamo lavorato. Nessuno ne è esente: lo fa il nuotatore dopo una gara, l’amministratore delegato quando arrivano i conti della società, la mamma guardando il figlio crescere, il pilota leggendo la classifica, il venditore verificando il budget, il musicista scendendo dal palco, lo scrittore leggendo le email dei suoi lettori, l’impiegato tornando a casa dal lavoro. Lo fa anche, ovviamente, il mental coach dopo aver ricevuto notizie da un cliente. Tutti noi, in modi e tempi diversi, valutiamo i risultati che otteniamo nella vita, nel lavoro e nello sport.
Ti è mai capitato di temere un momento del genere? Di sperare che non arrivasse mai per paura di essere deluso da ciò che non sei riuscito a fare?
Ti dico la verità: a me sì, è successo e anche più volte. Anche se ora sono lontani i tempi in cui stavo alla larga dalle analisi perché temevo di non essere stato abbastanza bravo, me li ricordo con tutti i dettagli del caso. E ricordo bene che, quando quella necessità diventava inderogabile e allora si doveva per forza prendere coscienza del proprio successo o insuccesso, ci sono state situazioni in cui farlo è stato doloroso.
Questo perché a nessuno piace ammettere di avere mancato un bersaglio oppure di esserci andato vicino ma non averlo centrato. Fa parte della natura umana e, al netto del grado di perfezionismo che è soggettivo, la soddisfazione che provi quando raggiungi esattamente ciò che volevi è troppo bella per non essere attraente. Quindi viene automaticamente e istintivamente ricercata.
Il punto è che ogni traguardo può avere qualche aspetto che non potrai controllare direttamente. Magari perché, semplicemente, non pensi ad un dettaglio che alla fine si rivela importante, oppure perché ci sono componenti che non dipendono da te ma pesano sul risultato finale. Prendi lo sport come esempio: immagina di prepararti per mesi per una gara e, la sera prima della partenza, scoprire che hai l’influenza nonostante tutti i riguardi. Pensa al pilota che fora una gomma mentre è in testa all’ultimo giro. O all’organizzatore di eventi che programma per mesi una giornata all’aperto e, quel giorno, piove come se si fossero aperte le dighe in cielo.
Sono situazioni in cui il risultato a cui tieni tanto può essere compromesso. E a te questo darebbe molto fastidio.
Se valuti ciò che hai o non hai, ciò che realizzi o manchi, ciò che ottieni o a cui rinunci sulla base sbagliata… sono dolori! Potresti sentirti ingiustamente vittima degli eventi, frustrato, deluso e sfiduciato… e se hai lavorato tanto per arrivare fino a qui, non meriti di sentirti così.
E’ importante valutare i tuoi risultati nel modo giusto, e il modo migliore per farlo è porsi l’unica domanda veramente sensata quando pensi alla differenza (se c’è) tra ciò che volevi che accadesse e ciò che veramente è. La domanda suona così: ho fatto il massimo con ciò che avevo a disposizione?
E’ una domanda chiusa: o rispondi sì, o rispondi no. Se rispondi no, subito dopo chiediti: che cosa farò di diverso la prossima volta? La risposta misura la tua capacità di imparare dall’esperienza, di crescere lungo il percorso e di migliorarti giorno dopo giorno. Quindi è una risposta importante, che va curata e presa in grande considerazione.
Se invece la risposta fosse sì, e nel coaching lavoriamo profondamente affinché possa esserlo… allora è finita così. Accetta il risultato e sentiti fiero di te, orgoglioso, ricco e grato. E stop: nessun’altra domanda, perché la migliore è già stata fatta.
Ti prego di notare che la seconda parte della domanda, cioè “ciò che avevo a disposizione”, rappresenta proprio la tua area di miglioramento. Infatti, le risorse a cui attingi si modificano in funzione del tuo stato d’animo, della motivazione che hai, del grado generale di benessere che stai sperimentando. Per questo è importante lavorarci sopra con attenzione: imparare, grazie all’allenamento mentale, modi per avere più risorse disponibili significa anche avere più scelta e quindi, di conseguenza, assumere decisioni migliori.
Non sarebbe sensato misurarlo con un numero, ma c’è una certa percentuale – che fortunatamente è molto alta, vicina all’assoluto a mio modesto parere – che determina quanto di ciò che viviamo possiamo controllare. Il resto, una fetta molto più piccola, è al di fuori della nostra sfera di controllo oppure soggetta al libero arbitrio altrui. Concentra le tue energie, il tuo tempo e le tue azioni sulla fetta più grande, e le soddisfazioni e i successi si moltiplicheranno!
Sono specializzato in coaching e lo rendo facile: aiuto le persone a raggiungere e migliorare i risultati sportivi, lavorativi e personali. Curo e gestisco da oltre 15 anni diversi siti web dedicati al coaching e sono autore per Sperling & Kupfer.
Ho all’attivo più di 350 collaborazioni con sportivi, professionisti, aziende.
Sono specializzato in tecniche di allenamento mentale e appassionato di comunicazione efficace.