Qualche giorno fa – durante una sessione di coaching individuale – la persona con cui stavo lavorando mi ha posto una domanda interessante quando mi ha chiesto: “Come faccio a sapere davvero quanto valgo come persona?“
Una domanda di certo molto significativa… alla quale ho risposto sul momento, seguendo l’istinto. Solo dopo ci ho ragionato sopra con più calma, mentre nell’immediato la mia risposta è stata: “Nel momento in cui rinunci… hai definito il tuo valore“.
Sono tornato a pensare alla mia risposta tornando a casa, qualche ora dopo. E poi ancora nei giorni successivi. E sono sempre più convinto che dica il vero.
Seguimi nel ragionamento.
Supponi di esserti allenato per andare a camminare in montagna, verso una cima su cui non sei mai salito. Fino a che non sei impegnato nel giorno effettivo che hai scelto per salirci, non hai modo di sapere se il tuo fisico e la tua mente saranno effettivamente in grado di portarti in cima (ho già scritto della differenza tra l’essere preparato e l’essere pronto qui ➚).
Solo durante la salita puoi mettere alla prova la tua preparazione: se sarà stata adeguata allora raggiungerai la vetta, altrimenti ti fermerai prima.
Se arrivi all’obiettivo della cima, tuttavia, questo non determina il tuo valore di camminatore in quel momento. Ciò che sai per certo è che almeno fino alla vetta ci puoi arrivare, ma potresti anche continuare e salire di più, solo che non puoi farlo perché la montagna è finita. Quindi il tuo valore ancora non lo conosci: sei al corrente solo della soglia minima, sai che è “più di così” ma non sai esattamente quanto più di così.
Se invece durante il percorso non riesci più a proseguire, ad un certo punto dovrai rinunciare e tornare indietro. Quello è il tuo limite attuale ed è proprio lì – nel momento della rinuncia alla salita – che il tuo valore viene definito. In quel momento lo puoi misurare: sai che oltre non vai. Ed è un’informazione estremamente utile.
Ora usciamo dalla metafora e pensiamo alle sfide della vita.
Quando riusciamo in tutto siamo orgogliosi, contenti di noi, il nostro ego è pienamente nutrito, ma non conosciamo il nostro vero valore. Se invece la vita ci pone davanti a una sfida che non completiamo, una situazione in cui ad un certo punto diciamo “basta così” e ci arrendiamo, allora la nostra capacità di affrontare quella particolare sfida è finalmente determinata, è chiara e si può cominciare da lì a lavorarci sopra se si vuole migliorare.
Ecco perché una rinuncia non significa automaticamente essere sconfitti: ma vuol dire avere determinato con certezza il limite attuale e quindi potere – su quello – costruire i passi successivi per andare oltre la prossima volta.
Sono specializzato in coaching e lo rendo facile: aiuto le persone a raggiungere e migliorare i risultati sportivi, lavorativi e personali. Curo e gestisco da oltre 15 anni diversi siti web dedicati al coaching e sono autore per Sperling & Kupfer.
Ho all’attivo più di 350 collaborazioni con sportivi, professionisti, aziende.
Sono specializzato in tecniche di allenamento mentale e appassionato di comunicazione efficace.